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La Ricchezza della Semplicità: Il "Teatro Povero" come Risorsa Pedagogica

  • Immagine del redattore: Mirko Rizzi
    Mirko Rizzi
  • 9 ore fa
  • Tempo di lettura: 5 min

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Uso creativo di oggetti quotidiani
Uso creativo di oggetti quotidiani

Viviamo in un'epoca che ci sommerge di stimoli, effetti speciali e produzioni grandiose. Anche nel campo dell'educazione, a volte, si tende a pensare che più mezzi, più tecnologia, più "spettacolarizzazione" equivalgano a maggiore efficacia. Ma se ti dicessi che la vera ricchezza, sul palcoscenico come nel percorso formativo, si può trovare nella sottrazione, nell'essenzialità, nella povertà di mezzi?

È proprio questo il cuore del "Teatro Povero", un approccio rivoluzionario teorizzato dal maestro polacco Jerzy Grotowski. La nostra pedagogia teatrale si ispira profondamente a questi principi, reinterpretandoli e adattandoli al contesto educativo per i nostri laboratori con giovani e bambini. È un'idea che, pur nascendo in un contesto artistico professionale, racchiude in sé una straordinaria potenza pedagogica.


Meno è Più: L'Essenza del "Teatro Povero" in Educazione


Grotowski scelse di eliminare tutto ciò che riteneva superfluo – scenografie elaborate, costumi sfarzosi, effetti luminosi complessi – per concentrarsi sull'unica vera costante e necessità del teatro: l'attore e la sua relazione viva con lo spettatore. Non è un'estetica della miseria, ma una scelta radicale per liberare l'energia creativa dell'interprete e focalizzare l'attenzione sul nucleo dell'esperienza umana.

Nel contesto di un laboratorio teatrale, questo si traduce in un potente principio pedagogico:

  • Non è estetica, ma interiorità: Il "Teatro Povero" ci obbliga a riflettere su noi stessi, sui nostri bisogni più profondi e sulle nostre emozioni autentiche. Non c'è spazio per nascondersi dietro un costume luccicante o una scenografia imponente. L'attenzione si sposta su "come siamo fatti dentro", sulla verità del nostro essere. Ed è proprio questa esplorazione dell'interiorità, questa "nudità" espressiva, a generare una consapevolezza maggiore di sé che rende i ragazzi più sicuri non solo sul palcoscenico, ma nel mondo reale e, cosa sempre più cruciale, nel complesso mondo virtuale.


Stimolare la Creatività e la Concretezza con Mezzi Minimi


L'assenza di sovrastrutture non limita la creatività, anzi, la potenzia. Quando non hai a disposizione un oggetto specifico, sei costretto a inventarlo, a trasformarlo.

Un foglio di carta, un palloncino, una sedia: questi semplici elementi quotidiani ci permettono di costruire percorsi di vari incontri, addirittura spettacoli interi. Questo accade perché il "Teatro Povero" educa alla concretezza dell'azione. Non basta pensare un mondo, lo si deve evocare con il corpo, la voce, e la capacità di trasformare un materiale di recupero in un elemento scenico evocativo. È qui che emerge il tuo concetto, Mirko: "creare è un verbo d'azione, non (solo) del pensiero."

Il "fare" con pochi mezzi e la richiesta di sviluppare idee a partire da elementi quotidiani, usandoli e trasformandoli in maniere alternative, allenano i ragazzi a sviluppare strategie risolutive di problemi anche quotidiani. Insegnando loro a vedere il potenziale nascosto in ciò che li circonda, a non fermarsi alla prima soluzione, ma a esplorare percorsi inaspettati. Ed è lo stesso modo di pensare che ci porta a ragionare su come affrontare testi e frasi, trovando vari modi di interpretarli e rappresentarli, costringendoci a uscire dagli schemi e a vedere il mondo con nuove prospettive.

  • Dall'Informazione all'Emozione: Grotowski sosteneva che "il teatro non può competere con la televisione o il cinema". E io aggiungo: gli schermi, pur veicolando informazioni, faticano a catturare la vera risonanza delle emozioni umane. Il "Teatro Povero" riporta al centro la connessione emotiva diretta. I tuoi allievi imparano che "gli spettatori non vogliono informazioni, vogliono emozioni". Si tratta di sapere cosa si vuole comunicare e renderlo vivo, presente, attraverso l'interazione fisica ed emotiva tra i personaggi e con il pubblico.


La Disciplina dell'Essenziale: Lezioni per la Vita


Il "Teatro Povero" non è solo una metodologia, è una filosofia che insegna la disciplina dell'essenziale.

  • Verità vs. Realtà: Distinguere per Comprendere: Una delle distinzioni fondamentali che il teatro insegna è quella tra Verità e Realtà. Spesso usiamo questi termini in modo intercambiabile, ma hanno significati molto diversi che è cruciale capire, specialmente in un'epoca dove le informazioni ci sommergono.

    La Realtà è tutto ciò che possiamo verificare con certezza assoluta, ciò che è concretamente presente e oggettivamente dimostrabile. La Verità, invece, è tutto ciò in cui crediamo. Non è necessariamente legata ai fatti oggettivi, ma alla percezione e alla convinzione.

    Per spiegare ai bambini e ai ragazzi questa differenza, faccio un esempio semplice: immaginate se uno di voi adesso uscisse in corridoio gridando che la maestra sta male ed è svenuta. Cosa succederebbe? Bidelli e altri insegnanti correrebbero a vedere cosa è successo perché vi credono, e quindi per loro questo vostro messaggio è VERO. Arrivati lì, però, si accorgerebbero che questa cosa non è REALE. Se invece usciste dall'aula dicendo la stessa cosa ma ridendo, vi crederebbero? Ovviamente no.

    Nella vita di tutti i giorni, non possiamo sempre verificare tutto di persona e ci affidiamo alla credibilità di chi ci fornisce un'informazione. Viviamo, però, un'epoca in cui siamo inondati di informazioni, e più che mai spesso le cose che ascoltiamo e leggiamo non sono reali. Chiaramente, questo è un punto critico per bambini e giovani che faticano a scegliere fonti di informazione credibili.

    Tornando al tema teatrale, il teatro può occuparsi di realtà, certo, ma quello che va ricercando è la verità emozionale, credibile e umana che attori e spettacolo cercano di rappresentare. È uno sforzo per trovare una forma teatrale in cui il pubblico creda e si lasci travolgere dalle emozioni degli attori. Perché le emozioni non si possono solo raccontare o descrivere con le parole: vanno provate per poter essere trasmesse. Come nella vita, le riconosciamo nei volti e nei gesti. Nel teatro, ricreare questa comunicazione emotiva è più complesso, ma focalizzare questo obiettivo, con bambini e ragazzi che tendono troppo spesso a "spiegare" anziché "mostrare", aiuta gli allievi a percorrere strade espressive più precise. Questa capacità di distinguere tra ciò che è verificabile e ciò in cui si sceglie di credere è cruciale in un'epoca inondata di informazioni, molte delle quali non reali, e diventa una competenza vitale per i giovani cittadini digitali, aiutandoli a scegliere fonti credibili e a navigare le narrazioni online.

  • Accessibilità e Inclusione: Questo approccio rende il teatro accessibile a tutti, indipendentemente dalle risorse economiche o dalla disponibilità di strutture elaborate. Favorisce l'inclusione, mettendo al centro la persona e la sua capacità espressiva, piuttosto che gli accessori esterni.


La Grande Scena della Vita: Imparare con il "Teatro Povero"


Integrare il concetto di "Teatro Povero" nei laboratori significa coltivare una creatività radicata, consapevole e resiliente. Insegna ai nostri giovani a trovare l'ispirazione nella semplicità, a valorizzare la propria autenticità interiore e a creare connessioni profonde che non dipendono da effetti speciali, ma dalla forza della relazione umana e dall'espressività del proprio essere.

È un potente antidoto all'eccesso e alla superficialità, una lezione che, dal palcoscenico nudo, risuona con forza nella vita di tutti i giorni, aiutando i ragazzi a costruire un'esistenza più autentica e significativa, con o senza schermi.

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