OBIETTIVI: sottolineare il valore della presenza scenica anche di chi non è dialogante
Età: da 6 anni in sù
Ho creato questo esercizio che si sviluppa in due momenti per far capire ai partecipanti quanto sia importante "essere" un personaggio riconoscibile da un lato e quanto sia importante che i compagni di scena riconoscano i personaggi che entrano in scena dopo di loro avvalorandone il ruolo.
Parte 1 - Ingresso
Semplicissimo ma sempre importante: entrare in scena facendosi riconoscere dal pubblico senza dire una parola ma comportandosi da personaggio. Di solito consiglio di non rivolgersi al pubblico ma, al contrario, di ignorarlo. Questo perchè il mio obiettivo è quello di aumentare la concentrazione dei partecipanti sulla loro azione e sull'ascolto del loro personaggio.
Naturalmente, proporzionato all'età dei partecipanti, va sottolineato e sostenuto il concetto di credibilità che è successivo e più complicato del concetto di comprensione.
Parte 2 - Accoglienza
In questo caso l'attività è svolta da tutto il gruppo tranne che da un partecipante che a turno esce.
L'idea è quella di accogliere il compagno che rientrerà in un modo tale (cercando sempre la credibilità) che questi dovrà capire in chi è stato trasformato.
Si dimostra così come il gruppo abbia la capacità di trasformare un compagno in un personaggio a sua insaputa.
Valutando, dopo la sorpresa che può essere potente, la reazione dei compagni al proprio ingresso ogniuno dovrà capire chi è diventato.
Esempi: entra una star del cinema, una modella (accolta da fotografi seri e professionali), uno sportivo, una sposa, una strega, un mostro, una maestra cattivissima (nessuno osa far nulla), un neonato, una bara, uno odiato da tutti, un gigante, un comico, un ridicolo (cambia il modo di ridere e il motivo), uno rimpicciolito, il Papa, una rockstar durante il concerto, uno per cui provare pena, uno che passa inosservato, uno invidiato, uno bellissimo, uno bruttissimo, uno strano, uno noioso, eccetera...
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