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Immagine del redattoreMirko Rizzi

Le tre fasi per la creazione di scene teatrali originali


Una giovane attrice perplessa

Nella conduzione di laboratori teatrali, la creazione di scene originali rappresenta una sfida stimolante e un’opportunità unica per sviluppare il pensiero creativo e le capacità espressive. Secondo la mia esperienza, per portare i partecipanti verso una piena consapevolezza del lavoro teatrale, è essenziale guidarli attraverso tre fasi fondamentali: comprensione, comunicazione emotiva e teatralizzazione.


Prima di entrare nel dettaglio, voglio sottolineare un aspetto cruciale: spesso, nelle rappresentazioni amatoriali, l’uso di un testo già scritto porta a concentrarsi unicamente sull’interpretazione tecnica – quindi sulla terza fase – trascurando completamente la comprensione e la comunicazione emotiva. Questo avviene perché il testo, apparentemente completo, dà l’illusione che gli elementi narrativi e comunicativi siano già presenti.


Come diceva Jerzy Grotowski, “Un testo non è teatro. È solo una delle componenti. È nello spazio vuoto, nell’incontro vivo tra attore e spettatore, che nasce il teatro.” Lavorare su scene originali, invece, costringe i partecipanti a costruire ogni elemento da zero, rafforzando le prime due fasi fondamentali.


1. Comprensione: costruire una scena chiara e comprensibile

La comprensione è il primo e imprescindibile passo per qualsiasi scena teatrale. Una scena che non è chiara, che non risponde alle domande fondamentali – Chi? Dove? Quando? Perché? – rischia di perdere il pubblico. Spesso, i partecipanti tendono a dare per scontati dettagli essenziali, dimenticando che ciò che appare ovvio a loro non lo è necessariamente per lo spettatore.

Affidarsi a un testo già pronto rende facile cadere in questa trappola. Il testo, di per sé, non garantisce chiarezza: è solo attraverso l’interpretazione consapevole che possiamo ricavare le informazioni necessarie. Questo implica un lavoro attento per individuare e rendere evidenti il contesto, i personaggi e le loro relazioni.

Esercizio pratico: Dopo una prima prova, analizzare insieme cosa non è stato chiaro e invitare i partecipanti a ripetere la scena correggendo i punti critici. Questo processo li aiuta a interiorizzare l’importanza della chiarezza narrativa e a sviluppare strumenti teatrali che rendano il messaggio più diretto.


2. Comunicazione emotiva: il cuore della scena

Il teatro non si limita a trasmettere informazioni; il suo scopo primario è far provare emozioni. Una scena può essere comprensibile ma comunque noiosa se non riesce a comunicare sentimenti e a creare una connessione emotiva con il pubblico.

Come sosteneva Peter Brook, “Il teatro è vita. È un luogo dove i cuori si aprono e dove il pubblico, guardando, vive.” Questo significa che gli attori devono essere consapevoli non solo delle emozioni dei loro personaggi, ma anche di come queste influenzano le dinamiche della scena e il pubblico.

Quando si lavora su un testo già pronto, c’è il rischio di ridurre i sentimenti a una mera ripetizione delle indicazioni scritte, senza una vera comprensione del loro significato profondo. È fondamentale che gli attori si immergano nei sentimenti dei personaggi, facendo emergere emozioni autentiche.

Esercizio pratico: Dare una scena già definita e farla ripetere più volte, ma ogni volta con l’obiettivo di comunicare un’emozione diversa. Ad esempio, una scena di un incontro può essere resa gioiosa, drammatica o persino comica. Questo esercizio permette ai partecipanti di esplorare il potenziale emotivo delle loro interpretazioni.


3. Teatralizzazione: il tocco artistico

La teatralizzazione rappresenta il momento in cui il lavoro sulla scena diventa arte. Non è solo tecnica, ma anche ispirazione e visione creativa. Questa fase riguarda l’uso consapevole degli strumenti teatrali:

• Uso dello spazio scenico.

• Gestione della voce e del movimento.

• Introduzione di elementi tecnici e stilistici per amplificare l’impatto della scena.


Secondo Gordon Craig, “Il teatro è un’arte visiva, un dipinto vivo.” Questo ci ricorda che ogni dettaglio – dalla disposizione degli attori nello spazio al ritmo dei loro movimenti – contribuisce a creare un’esperienza unica per il pubblico.

Lavorare su un testo originale, o comunque sviluppato all’interno del laboratorio, aiuta ad ampliare la creatività degli allievi, sfidandoli a esplorare modalità espressive diverse e innovative. Avere visto tanti spettacoli di qualità aiuta enormemente in questa fase: osservare il lavoro di grandi attori e registi permette di “rubare” idee e tecniche che arricchiscono il proprio bagaglio.

Esercizio pratico: Durante la correzione di una scena, proporre ai partecipanti diverse alternative per uno stesso gesto o una stessa disposizione scenica. Incoraggiare gli allievi a portare idee tratte da spettacoli che hanno visto e ad adattarle al loro lavoro. Questo stimola la creatività e dimostra che nel teatro non esiste una soluzione unica.


Conclusione

Accompagnare i partecipanti attraverso le tre fasi – comprensione, comunicazione emotiva e teatralizzazione – significa fornire loro una struttura solida per esplorare e crescere artisticamente. Come diceva Jerzy Grotowski, “Il teatro non è uno specchio per riflettere la realtà, ma una lente per guardarla più da vicino.” Questo percorso non solo rafforza le capacità tecniche e creative degli allievi, ma li aiuta anche a scoprire nuovi modi di vedere il mondo e di comunicare con gli altri.

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